IL DISTURBO DA ATTACCHI DI PANICO

La paura di morire, di impazzire e di soffocare

Il primo attacco di panico si manifesta quasi sempre durante un periodo in cui tensione  stress, sono elevati.

Si distinguono due categorie di fattori stressanti:

• Fattori stressanti psicologici: ad esempio disaccordo con il coniuge o i parenti, morte malattia in famiglia, problemi sentimentali, problemi finanziari o pressioni sul lavoro, licenziamento improvviso, mobbing.

• Fattori stressanti fisici: malattie fisiche, esaurimento da troppo lavoro, uso di alcolici o droghe, mancanza di sonno, ipoglicemia (basso livello degli zuccheri nel sangue).

Il panico raramente si presenta senza fattori scatenanti. Il primo attacco si scatena di solito in presenza di una forte pressione emotiva,  quando si è malati fisicamente (ad esempio alla fine di un'influenza), o quando si è stanchi, esauriti e depressi.

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Le prime volte che una persona ha un attacco di panico di solito si spaventa molto, dato che si tratta di un'esperienza strana, inattesa, intensa, molto spiacevole spesso accompagnata dalla paura di perdere il controllo, di svenire, di morire o di impazzire. Col ripetersi degli attacchi, comincia a temere meno queste conseguenze, anche se spesso continua ad avere paura che la volta successiva l'attacco possa essere peggiore. Tuttavia gli attacchi continuano ad essere estremamente spiacevoli e sono pochi quelli che riescono a condurre una vita normale.

Chi soffre di un disturbo di panico, ha attacchi di panico frequenti o passa una buona parte del suo tempo in preda alla paura dei successivi attacchi di panico.
Gli attacchi di panico sono comuni e in alcune persone sono così frequenti da compromettere gravemente la qualità della loro vita quotidiana.
Mentre alcune persone colpite da attacchi di panico non cambiano in modo evidente il loro modo di vivere, altre cominciano a evitare determinate situazioni per paura di averne uno. In effetti quasi tutti coloro che soffrono per lungo tempo di attacchi di panico prima o poi iniziano ad evitare una o più  situazioni per la paura di avere in esse un attacco. Si  parla in questi casi di evitamento.
Maggiori sono gli evitamenti, maggiori saranno gli sforzi e il tempo  necessari per superare il disturbo.

EVITAMENTI
Dopo il primo attacco di panico generalmente le persone tendono ad evitare le situazioni, i luoghi o i mezzi nei quali temono si possa verificare nuovamente un nuovo attacco. Il timore in questo caso diventa quello di essere visti in preda al panico, di non ricevere soccorsi, di non poter scappare dalla situazione.

Ecco allora che alcune persone iniziano ad evitare:
• i luoghi chiusi come il teatro, il cinema, il supermercato per il timore di essere intrappolati in coda
• i luoghi ampi e affollati
• i mezzi pubblici (treni, aereo, metropolitana, tram e autobus)

Esistono altre forme di evitamento meno evidenti:
• prendere delle medicine, anche se prescritte dal medico
• uscire senza avere con te le proprie medicine
• fare sforzi fisici
• arrabbiarsi molto
• uscire all'aperto quando fa molto caldo o freddo
• stare in piedi o passeggiare senza avere qualcosa a cui appoggiarsi a portata di mano

E forme di comportamenti protettivi
• Aprire le finestre nei luoghi chiusi?
• Tenere d'occhio le uscite di sicurezza?

I COMPORTAMENTI PROTETTIVI E LE DISTRAZIONI
Anche  cercare  di distrarsi può essere un segno di agorafobia, dato che alcuni tentano di resistere nelle situazioni nelle quali temono di avere un attacco di panico, sforzandosi di distrarsi.

Alcuni di questi comportamenti sono:
• portare qualcosa da leggere o cercare di concentrarsi il più possibile sulla lettura;
• mettere la musica ad alto volume;
• immaginarsi di essere in un altro pasto;
• chiedere alla persona accanto di parlare di qualcosa, di qualsiasi cosa;
• cercare rassicurazioni;
Questi accorgimenti possono aiutare a superare gli attacchi di panico, ma a lungo termine sono controproducenti e diventano abitudini di cui non si riesce più a fare a meno, mentre non cambia la probabilità che gli attacchi di panico si ripetano ed il modo di reagire ad essi.